Dal primo libro dei Re
In quei giorni, [Elìa, giunto al monte di Dio, l’Oreb,] entrò in una
caverna per passarvi la notte, quand’ecco gli fu rivolta la parola del
Signore: « Esci e férmati sul monte alla presenza del Signore».
Ed ecco che il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da
spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore
non era nel vento. Dopo il vento, un terremoto, ma il Signore non era
nel terremoto. Dopo il terremoto, un fuoco, ma il Signore non era nel
fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera. Come l’udì,
Elìa si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all’ingresso
della caverna.
Ed ecco, venne a lui una voce che gli diceva: «Che cosa fai qui, Elìa?».
Egli rispose: «Sono pieno di zelo per il Signore, Dio degli eserciti,
poiché gli Israeliti hanno abbandonato la tua alleanza, hanno demolito i
tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto solo ed
essi cercano di togliermi la vita».
Il Signore gli disse: «Su, ritorna sui tuoi passi verso il deserto di
Damasco; giunto là, ungerai Cazaèl come re su Aram. Poi ungerai Ieu,
figlio di Nimsì, come re su Israele e ungerai Elisèo, figlio di Safat,
di Abel-Mecolà, come profeta al tuo posto».
Parola di Dio
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