“Esaminatevi
ognuno con sincerità, e troverete il punto in cui avete sbagliato.
Umilmente abbiatene pentimento sincero. Vogliate pentirvi. Non a
parole. Dio non si irride e non si inganna. Ma pentitevi colla
volontà ferma, che vi porti a mutare vita, a rientrare nella Legge
del Signore. Il Regno dei Cieli vi aspetta. Domani.
Domani?
vi chiedete. Oh! è sempre un domani sollecito l'ora di Dio, anche se
viene al termine di una vita longeva come quella dei Patriarchi.
L'eternità non ha per misura di tempo lo scorrere lento della
clessidra. E quelle misure di tempo che voi chiamate giorni, mesi,
anni, secoli, sono palpiti dello Spirito eterno che vi mantiene in
vita. Ma voi eterni siete nello spirito vostro, e dovete, per lo
spirito, tenere lo stesso metodo di misurazione del tempo che ha il
Creatore vostro. Dire, dunque: "Domani sarà il giorno della mia
morte ".
Anzi,
non morte per il fedele. Ma riposo di attesa, in attesa del Messia
che apra le porte dei Cieli.
E in
verità vi dico che fra i presenti solo ventisette morranno dovendo
attendere. Gli altri saranno già giudicati prima della morte, e la
morte sarà il passaggio a Dio o a Mammona senza indugio, perché il
Messia è venuto, è fra voi e vi chiama per darvi la Buona Novella,
per istruirvi alla Verità, per salvarvi al Cielo. Fate penitenza! Il
" domani " del Regno dei Cieli è imminente. Vi trovi mondi
per divenire possessori dell'eterno giorno. La pace sia con voi”.
«Che
c'è fra noi e Te, Gesù di Nazaret? Perché sei venuto a
tormentarci? Perché a sterminarci, Tu, Padrone del Cielo e della
terra? So chi sei: il Santo di Dio. Nessuno, nella carne, fu più
grande di Te, perché nella tua carne d'uomo è chiuso lo Spirito del
Vincitore eterno. Già mi hai vinto in...».
«Taci!
Esci da costui. Lo comando».
L'uomo
è preso come da un parossismo strano. Si dimena a strattoni, come se
ci fosse chi lo maltratta con urti e strapponate, urla con voce
disumana, spuma e poi viene gettato al suolo da cui poi si rialza
stupito e guarito.
«Hai
udito? Che rispondi ora?» chiede Gesù al suo oppositore. L'uomo
barbuto e impaludato fa una alzata di spalle e, vinto, se ne va senza
rispondere. La folla lo sbeffeggia e applaude Gesù.
«Silenzio.
Il luogo è sacro!» dice Gesù, e poi ordina: «A Me il giovane al
quale ho promesso aiuto da Dio». Viene il malato. Gesù lo carezza:
«Hai avuto fede! Sii sanato. Va' in pace e sii giusto».
Il
giovane ha un grido. Chissà che sente? Si prostra ai piedi di Gesù
e li bacia ringraziando: «Grazie per me e per la madre mia!».
Vengono
altri malati: un bimbo dalle gambine paralizzate. Gesù lo prende fra
le braccia, lo carezza e lo pone in terra... e lo lascia. E il
bambino non cade, ma corre dalla mamma, che lo riceve sul cuore
piangendo e che benedice a gran voce «il Santo d'Israele». Viene un
vecchietto cieco, guidato dalla figlia. Anche lui viene sanato con
una carezza sulle orbite malate.
La
folla è in un tumulto di benedizioni.
«Maestro!...
»
«Pietro
mio?».
«Io
sono mortificato».
Gesù
fa un gesto come dicesse: «Lascia perdere». Poi dice: «Non è la
prima e non sarà l'ultima che non sente riconoscenza immediata. Ma
non chiedo riconoscenza. Mi basta dar modo alle anime di salvarsi. Io
faccio il mio dovere. A loro fare il loro».
«Ah!
ve ne sono stati altri così? Dove?».
«Simone
curioso! Ma ti voglio accontentare, nonostante non ami le inutili
curiosità. A Nazaret. Ricordi la mamma di Sara? Era molto malata
quando giungemmo a Nazaret e ci dissero che la bambina piangeva. Per
non fare di essa, che è buona e mite, un'orfana e domani una
figliastra, sono andato a trovare la donna...volevo guarirla... Ma
non avevo ancora posto piede nella casa che il marito di lei e un
fratello mi cacciarono dicendo: " Via, via! Non vogliamo noie
con la sinagoga ". Per loro, per troppi sono già un ribelle...
L'ho guarita lo stesso... per i suoi bambini. E a Sara, che era
nell'orto, ho detto accarezzandola: "Guarisco tua madre. Va' a
casa. Non piangere più". E la donna è guarita nello stesso
momento e la bambina glielo ha detto, e anche al padre e allo zio...
E fu castigata per aver parlato con Me. Lo so, perché la bambina m'è
corsa dietro mentre lasciavo il paese... Ma non importa».
«Io
la facevo tornare malata».
«Pietro!».
Gesù è severo. «È questo che Io insegno a te e agli altri? Cosa
hai sentito sulle mie labbra dalla prima volta che mi hai udito? Di
che ho sempre parlato come condizione prima per esser veri miei
discepoli?».
«È
vero, Maestro. Sono una vera bestia. Perdonami. Ma... non posso
sopportare che non ti amino!».
«Oh!
Pietro! Vedrai ben altro disamore! Tante sorprese avrai, Pietro!
Persone che il mondo cosiddetto "santo" sprezza come
pubblicani e che invece saranno al mondo di esempio, e esempio non
seguito da coloro che li disprezzano. Pagani che saranno fra i miei
più grandi fedeli. Meretrici che tornano pure, per volontà e
penitenza. Peccatori che si emendano... »
«Senti,
che si emendi un peccatore... può essere ancora. Ma una meretrice e
un pubblicano!... »
Maria Valtorta
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