Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio e secondo la promessa
della vita che è in Cristo Gesù, a Timòteo, figlio carissimo: grazia,
misericordia e pace da parte di Dio Padre e di Cristo Gesù Signore
nostro.
Rendo grazie a Dio che io servo, come i miei antenati, con coscienza
pura, ricordandomi di te nelle mie preghiere sempre, notte e giorno.
Ti ricordo di ravvivare il dono di Dio, che è in te mediante
l’imposizione delle mie mani. Dio infatti non ci ha dato uno spirito di
timidezza, ma di forza, di carità e di prudenza.
Non vergognarti dunque di dare testimonianza al Signore nostro, né di
me, che sono in carcere per lui; ma, con la forza di Dio, soffri con me
per il Vangelo.
Egli infatti ci ha salvati e ci ha chiamati con una vocazione santa, non
già in base alle nostre opere, ma secondo il suo progetto e la sua
grazia. Questa ci è stata data in Cristo Gesù fin dall’eternità, ma è
stata rivelata ora, con la manifestazione del salvatore nostro Cristo
Gesù. Egli ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e
l’incorruttibilità per mezzo del Vangelo, per il quale io sono stato
costituito messaggero, apostolo e maestro.
È questa la causa dei mali che soffro, ma non me ne vergogno: so infatti
in chi ho posto la mia fede e sono convinto che egli è capace di
custodire fino a quel giorno ciò che mi è stato affidato.
Parola di Dio
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