C’è qualcosa di 
radicale nella vocazione a seguire Gesù (è una caratteristica di ogni 
cristiano autentico) che ci sconvolge. Si potrebbe essere tentati di 
invocare una particolarità di modo di pensare, perfino di linguaggio, 
per addolcire o stemperare gli argomenti del Vangelo. Eppure abbiamo 
ogni interesse a prendere il Vangelo per ciò che è, ed approfittare 
della sua freschezza, del suo vigore.  
Seguire Cristo non è una cosa come un’altra, che si possa conciliare con
 esigenze parallele o contrarie. Chi intraprende questo cammino deve 
sapere fin dall’inizio che sarà il discepolo di un povero che non ha un 
luogo dove posare il capo, di un uomo che ha saputo non senza pericolo 
rompere certi legami, e che, una volta impegnatosi in una missione, non 
si è più guardato alle spalle.  
Ci si abitua troppo facilmente a vedere i cristiani prendere e lasciare 
il messaggio evangelico; ora, questo disturba e deve disturbare il male 
che non cerca che di radicarsi in noi. Bisogna rinnovare il nostro 
impegno battesimale ricevendo per oggi le dure parole di Gesù, ed 
accettare coraggiosamente di essere dei discepoli che camminano sui suoi
 passi, sicuri di trovare, oltre il cammino pietroso, la felicità della 
vera vita.
http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20160626.shtml
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