Dal secondo libro dei Re
In quei giorni, Salmanàssar, re d’Assiria, invase tutta la terra, salì a
Samarìa e l’assediò per tre anni. Nell’anno nono di Osèa il re
d’Assiria occupò Samarìa, deportò gli Israeliti in Assiria, e li stabilì
a Calach e presso il Cabor, fiume di Gozan, e nelle città della Media.
Ciò avvenne perché gli Israeliti avevano peccato contro il Signore, loro
Dio, che li aveva fatti uscire dalla terra d’Egitto, dalle mani del
faraone, re d’Egitto. Essi venerarono altri dèi, seguirono le leggi
delle nazioni che il Signore aveva scacciato davanti agli Israeliti, e
quelle introdotte dai re d’Israele.
Eppure il Signore, per mezzo di tutti i suoi profeti e dei veggenti,
aveva ordinato a Israele e a Giuda: «Convertitevi dalle vostre vie
malvagie e osservate i miei comandi e i miei decreti secondo tutta la
legge che io ho prescritto ai vostri padri e che ho trasmesso a voi per
mezzo dei miei servi, i profeti».
Ma essi non ascoltarono, anzi resero dura la loro cervìce, come quella
dei loro padri, i quali non avevano creduto al Signore, loro Dio.
Rigettarono le sue leggi e la sua alleanza, che aveva concluso con i
loro padri, e le istruzioni che aveva dato loro.
Il Signore si adirò molto contro Israele e lo allontanò dal suo volto e non rimase che la sola tribù di Giuda.
Parola di Dio
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