Naturalmente se non ci si occupa di
informazione, ma si ha solo l’intento (o l’incarico) di colpire
qualcuno, allora la verità diventa un optional e si possono pubblicare
anche tante balle. Non a caso il vecchio Lenin ci insegnava che “E’
verità tutto ciò che giova alla causa del partito”.
È molto istruttivo, per capire l’aria
che tira, leggere l’articolo, che riportiamo in calce, del Mattino di
Padova di oggi, che dà la notizia del trasferimento a Roma di Don
Giovanni Ferrara, corredandola di affermazioni di fantasia. Ossia, di
falsità.
Riassumiamo in breve la vicenda.
I lettori di Riscossa Cristiana
ricordano il caso di Don Giovanni Ferrara, di cui ci occupammo per la
prima volta il 27 luglio dello scorso anno, con l’articolo Quando un parroco rischia grosso? Quando ha la pretesa di essere un prete cattolico.
Don Ferrara, parroco di Sant’Ignazio di
Loyola a Padova, era già da tempo nel mirino di quella nuova e singolare
generazione di “cattolici” che, ansiosi di vivere in perfetta concordia
col mondo, lo rimproveravano, ad esempio, perché “pregava troppo” o
“faceva pregare troppo”.
Ma forse questo terribile difetto
sarebbe stato perdonabile se Don Giovanni Ferrara a un certo punto non
avesse preso la decisione di ospitare nei locali della parrocchia una
scuola parentale, nata dall’iniziativa di alcuni genitori che non si
rassegnavano al fatto di consegnare i propri figli alla scuola pubblica
(o paritaria), che li avrebbe indottrinati ben bene su quel complesso di
porcherie che va sotto il nome di “teoria del gender”.
La diocesi di Padova aveva già
proclamato il suo incondizionato consenso e la sua cordiale e assoluta
collaborazione con la governativa autorità che aveva appena partorito
quel pastrocchio di legge denominata “Buona Scuola”. La bontà assoluta e
il totale rispetto della libertà di educazione erano garantiti… da chi?
Dalla stessa ministra che aveva apposto la sua riverita firma alla
legge, la signora Stefania Giannini. Insomma, garanzia rilasciata dallo
stesso produttore, e per favore nessuno rompa le scatole. Al proposito è
molto istruttivo rileggere la comunicazione del 18 agosto 2015 della
diocesi di Padova (clicca qui).
Insomma, il parroco di Sant’Ignazio
veniva a rompere l’armonia e la collaborazione col mondo, che, come è
noto, è uno dei dogmi della neochiesa.
E per dimostrare quanto era cattivo Don
Ferrara, la stampa iniziava a far circolare una voce: la scuola materna
della parrocchia, dopo lunghi anni di attività, chiudeva i battenti. E
perché accadeva ciò? Perché il temibile parroco aveva deciso di
sostituirla con la scuola parentale.
Su questo equivoco, o meglio su questa clamorosa balla, si era molto giocato.
La realtà è un’altra. La scuola materna
non ce la faceva più per il motivo più semplice: i costi eccessivi. La
decisione non sorprese nessuno, tantomeno le famiglie, che erano a
conoscenza della situazione, che si trascinava da anni.
Scrivevamo (clicca qui) il 22 agosto 2015: la
decisione di chiudere la scuola è stata presa dal Parroco su
indicazioni precise della FISM-federazione italiana scuole materna (che
tiene la contabilità della scuola e le offre consulenza su qualsiasi
settore) e con l’autorizzazione scritta della Curia di Padova.
Nessuno ha mai smentito questa precisazione, né poteva farlo, perché si trattava della semplice verità.
Inoltre va precisato che la
scuola parentale in ogni caso non avrebbe “scacciato” la scuola materna
(se quest’ultima avesse potuto continuare la sua attività), perché la
parrocchia di Sant’Ignazio dispone di numerosi locali, più che
sufficienti per entrambe la scuole.
Ora Don Giovanni Ferrara è liquidato. O meglio, “lascia
la comunità di Sant’Ignazio per andare a Roma per gli studi di
pastorale della salute”, come ci informa con scarno comunicato “La
difesa del popolo”, settimanale diocesano di Padova (clicca qui).
Il compito del killer se lo assume Il
Mattino di Padova, che pubblica un articolo che si può definire
diffamatorio, poiché attribuisce falsamente a Don Giovanni Ferrara colpe
che questi assolutamente non ha.
Leggete l’articolo: subito si dice che
il parroco di Sant’Ignazio era “contestato da una larga parte dei fedeli
per aver chiuso la storica scuola materna parrocchiale e averla
sostituita, di fatto, con una scuola parentale”.
È falso. È diffamatorio.
Abbiamo scritto sopra i motivi della chiusura della scuola materna e le
modalità con cui questa tale chiusura era avvenuta. Ripetiamoli: La
scuola materna non ce la faceva più per il motivo più semplice: i costi
eccessivi. La decisione non sorprese nessuno, tantomeno le famiglie,
che erano a conoscenza della situazione. Scrivevamo (clicca qui) il 22 agosto 2015: la
decisione di chiudere la scuola è stata presa dal Parroco su
indicazioni precise della FISM-federazione italiana scuole materna (che
tiene la contabilità della scuola e le offre consulenza su qualsiasi
settore) e con l’autorizzazione scritta della Curia di Padova.
In chiusura, il breve e velenoso
articolo ribadisce la bugia e l’arricchisce con una bugia accessoria: “I
locali (della scuola materna, ndr) sono stati destinati a una scuola
parentale no-gender.
È falso. È diffamatorio. Come già detto, c’era lo spazio per entrambe le scuole.
Ma nella chiusura dell’articolo è espresso chiaramente il motivo di tanta cattiveria: la scuola parentale è “no-gender”.
Appunto. E si torna alla sciagurata
realtà quotidiana: se fai qualcosa per difendere i giovani dalle
porcherie che vanno sotto il nome di gender, può accaderti di tutto.
Anche di essere diffamato a mezzo stampa, come nell’articolo del Mattino, che qui di seguito riportiamo:
http://www.riscossacristiana.it/don-giovanni-ferrara-sacerdote-cattolico-di-padova-diffamato-dal-mattino/
http://www.riscossacristiana.it/don-giovanni-ferrara-sacerdote-cattolico-di-padova-diffamato-dal-mattino/
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